Schermi nemici by Mariangela Palmieri
autore:Mariangela Palmieri [Palmieri, Mariangela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-03-08T00:00:00+00:00
Il 1956, tuttavia, infligge un colpo duro allâaura mitica dellâUnione Sovietica. Il mito, certo, non muore, poiché destinato a durare ancora a lungo, ma diventa più opaco e appare incapace di rinnovarsi.
Il mito americano e quello sovietico si propagano in modo diverso in Italia. LâAmerican dream, infatti, beneficia di una diffusione diretta, attraverso il cinema, lâeditoria, la pubblicità e i prodotti di consumo diffusi in Italia, che fungono da veicolo concreto dellâimmagine degli USA. Invece, il mito dellâURSS si afferma in modo indiretto, attraverso la propaganda del PCI, e certamente non attraverso prodotti di consumo provenienti dallâUnione Sovietica. Esso, pertanto, appare filtrato dalla cultura comunista italiana e adattato al contesto nazionale. Per quanto il mito degli USA e quello dellâURSS rimandino a due mondi antitetici, sarebbe sbagliato credere che essi siano rimasti rigidamente separati lâuno dallâaltro. Soprattutto negli anni in cui inizia a stemperarsi il clima della Guerra fredda, infatti, le due narrazioni appaiono esposte a reciproche contaminazioni o, quanto meno, a una convivenza che riduce lâesclusività di ciascuna nellâimmaginario degli Italiani. Da un lato, il mondo cattolico accetta solo in parte il modello americano, filtrandone esclusivamente quelle componenti utili a qualificare gli USA come lâalleato per combattere il comunismo. Dallâaltro, i simboli della società di massa, veicolo del mito americano, non sono estranei alla vita dei militanti di sinistra. Inoltre, il PCI manifesta unâattenzione particolare per lââaltra Americaâ, ovvero lâAmerica dei vinti, degli esclusi, ma anche lâAmerica progressista e democratica del New Deal, che antepone la solidarietà sociale allâindividualismo. Questa sensibilità apre una breccia nellâantiamericanismo comunista. Così, se degli Stati Uniti si contesta il capitalismo aggressivo, fondato sulla produzione esasperata e sullâaccumulazione, al contempo si guarda con favore a quei tentativi, pure esistenti, di garantire giustizia, uguaglianza sociale e unâequa distribuzione della ricchezza13. Favorisce questa pluralità di letture il carattere polivalente del mito americano, che appare, cioè, in grado di offrirsi a differenti processi di identificazione. Viceversa, lâURSS, inteso prevalentemente come modello di modernità e vettore di pace internazionale, presenta unâimmagine più univoca e che, perciò, si presta a minori identificazioni. Ciò dipende anche dal fatto che, se lâemittente del mito americano è più indefinita, quella del mito sovietico è identificabile esclusivamente con lâURSS, che trasmette di sé unâimmagine compatta attraverso un rigido controllo delle informazioni veicolate allâesterno. In altre parole, âmentre lâimmagine dellâUnione Sovietica costituiva un terreno di conflitto altamente politicizzato, lâAmerica aveva anche altre dimensioni che le permettevano di inserirsi dappertuttoâ14.
I due miti hanno svolto nellâItalia del dopoguerra un ruolo fondamentale, riempendo il vuoto lasciato dalla fine del regime e dallâimprovvisa scomparsa di riferimenti politici. Per la DC e il PCI, USA e URSS rappresentano due ancore esterne di sostegno nel difficile cammino di rifondazione delle basi istituzionali e delle culture politiche italiane. Inoltre, in quanto esempi di modernizzazione, sono stati propulsori di cambiamento e modello di sviluppo a fronte dellâarretratezza economica e sociale dellâItalia. Da questo punto di vista, però, il mito che appare vincente è quello americano, anche in ragione dellâincapacità del mito sovietico, legato a unâottica catastrofista del capitalismo, di interpretare al meglio lâidea di sviluppo.
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